Entra ed osserva: sulla parete alla tua sinistra noterai due affreschi, piuttosto rovinati.
Nel primo puoi vedere una mano alzata, racchiusa in un cerchio con lo sfondo bluastro, all'interno di un rettangolo bianco: rappresenta la mano benedicente di Dio.
Nel secondo appare un riquadro rettangolare blu grigiastro, all'interno del quale c'è un rombo giallo scuro che , a sua volta, contiene un cerchio rosso bruno. Probabilmente è un semplice elemento decorativo.
Ora guarda davanti a te: vedi quell'ara?
Avvicinati ed osservala attentamente.
Sul davanti c'è un'iscrizione dedicata ad Aristoclia, figlia adottiva della famiglia Pomponia.
Sul retro noterai un'altra iscrizione, in caratteri gotici, con un particolare curioso: le parole risultano capovolte. L'ara fu infatti rovesciata, per esprimere un rifiuto verso il mondo pagano, quando venne riutilizzata per ricordare la consacrazione di questo luogo e la concessione di alcune indulgenze da parte di papa Urbano III nel 1187.
Volgi lo sguardo sulla parete destra della cella; puoi vedere una scaletta risalente al XVI secolo che, come spiega una piccola lapide del 1585, fu fatta costruire per facilitare l'accesso dei fedeli all'ipogeo.
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