La cella di destra

Entra ed osserva: sulla parete alla tua sinistra noterai due affreschi, piuttosto rovinati.

 

 

Nel primo puoi vedere una mano alzata, racchiusa in un cerchio con lo sfondo bluastro, all'interno di un rettangolo bianco: rappresenta la mano benedicente di Dio.

Nel secondo appare un riquadro rettangolare blu grigiastro, all'interno del quale c'è un rombo giallo scuro che , a sua volta, contiene un cerchio rosso bruno. Probabilmente è un semplice elemento decorativo.

 

 

 

 

 

 

Ora guarda davanti a te: vedi quell'ara?

 

Avvicinati ed osservala attentamente.

Sul davanti c'è un'iscrizione dedicata ad Aristoclia, figlia adottiva della famiglia Pomponia.

Sul retro noterai un'altra iscrizione, in caratteri gotici, con un particolare curioso: le parole risultano capovolte. L'ara fu infatti rovesciata, per esprimere un rifiuto verso il mondo pagano, quando  venne riutilizzata per ricordare la consacrazione di questo luogo e la concessione di alcune indulgenze da parte di papa Urbano III nel 1187.

Volgi lo sguardo sulla parete destra della cella; puoi vedere una scaletta risalente al XVI secolo che, come spiega una piccola lapide del 1585, fu fatta costruire per facilitare l'accesso dei fedeli all'ipogeo.

 

 

 

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La cella di sinistra

La cella di destra

La sorgente

I lavatoi

 

 

Sai che cosa simboleggia la mano?

La mano è la parte del corpo umano che appare più spesso nella simbologia, sin dalla pittura rupestre nella preistoria.

La mano può avere più significati, sia positivi che negativi; simboleggia spesso il potere del re.

 

La mano levata ed aperta nel gesto rituale del sovrano bizantino, si trasformò successivamente nel gesto cristiano della benedizione. In questo caso è simbolo dell'onnipotenza divina.

 

 

Sai che cos'è un'ara?

Presso gli antichi romani era un altare sul quale si offrivano sacrifici.

 

 

Sai cos'è un'indulgenza?

Nel linguaggio della chiesa cattolica,significa remissione delle pene derivanti dalle colpe concessa a chi compia certe devozioni come, in questo caso, la visita all'ipogeo e la preghiera in determinate occasioni legate alla consacrazione del luogo.