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Internet e Comunicazione Cristiana

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Internet e Comunicazione Cristiana
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La 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che avrà luogo il 23 maggio prossimo avrà per tema: «Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola». Scegliendo questo tema, il Papa colloca l'urgenza di un'evangelizzazione con il mondo digitale e del mondo digitale nella cornice dell'Anno Sacerdotale. Si tratterà di «incoraggiare i sacerdoti ad affrontare le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale», come ha sottolineato il comunicato stampa. A mio parere, tuttavia, non si tratta di un appello a tutti i sacerdoti a creare un proprio blog. Si tratta piuttosto di un appello ai sacerdoti a circondarsi di laici competenti per l’implementazione dei loro siti parrocchiali o di movimenti, una chiamata a collaborare, una chiamata ad accompagnare i laici che si stanno lanciando, o che si sono già lanciati, nell'evangelizzazione via Internet. È una chiamata a vedere come possiamo aiutare gli internauti a distinguere i siti cattolici da quelli che si spacciano come tali ma non sempre lo sono.

I media riducono spesso la Chiesa al Papa ed ad alcuni cardinali. Ragion di più perché i vescovi e i sacerdoti lascino tutto il loro posto ai laici sulla rete. L'Azione Cattolica consisteva nell’evangelizzazione del simile da parte del simile, dell'operaio da parte l'operaio, dello studente da parte dello studente, della donna da parte della donna, del padrone da parte del padrone, ecc. Occorre ritrovare questa intuizione in ciò che riguarda la rete, e se non si riesce a evangelizzare la rete, almeno evangelizzare con la rete. Soltanto la presenza nella rete di cristiani laici competenti e illuminati, che si esprimono in quanto cristiani, potrà mostrare che non si può ridurre la Chiesa alla sua gerarchia e al Papa.

Permettetemi di articolare alcune affermazioni in questo senso:

- Nella giungla delle offerte gratuite e delle possibilità mediatiche, i cristiani devono farsi vedere con qualcosa di più. Questo «di più» non è un gadget, è il lievito assolutamente indispensabile affinché la pasta prenda forma, è la lampada nella casa, è il faro nella notte del mondo e delle nostre vite. Ma è assolutamente necessario entrare nel mercato della rete con questo «di più».

- La Chiesa non può arrivare a tutti allo stesso tempo, con gli stessi contenuti, sugli stessi media. Non può portare avanti un discorso monolitico. Le vite sono diverse, il mondo è segmentato, la Chiesa deve assolutamente diversificare la propria offerta. Chi si vuole raggiungere, dove, come, perché e per fare che cosa, per condurre verso che cosa? Tutto questo non deve forse essere pensato prima della creazione di qualunque sito?

- Prendere bene le misure prima di ogni impostazione del modo in cui questa o quella immagine, questa o quella dichiarazione potranno essere percepite, riportate, propagate, interpretate. Si può mettere le cose a posto in termini di conoscenza di causa, ma non si dovrebbe mai essere sorpresi dalle reazioni per poi precipitarsi con le smentite e le rettifiche. Se si è sorpresi da una reazione, è perché si è analizzata male la situazione prima di parlare, dunque non si è stati sufficientemente all'ascolto. Meglio riflettere prima, ed essere spontanei e reattivi malgrado tutto. Quella del web è la cultura della spontaneità.



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