Internet e Comunicazione Cristiana
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Se si eccede nella distinzione tra media profani da un lato e media intra-ecclesiali dall'altro, si corre il rischio della ghettizzazione, della vittimizzazione, senza ascoltare ciò che il mondo ha da dire della Chiesa, ciò che quest’ultima ne comprende, come lo recepisce, senza cercare neanche di sapere come può essere presente in tutti i media.
Fortunatamente, però, ora più che mai, Internet ridistribuisce le carte, ci fa scendere dal nostro piedistallo, dalla nostra cattedra magistrale, ci fa uscire dai nostri ghetti, dalle nostre sagrestie. Papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, fedeli laici, noi tutti formiamo con Internet un’agora, uno spazio libero e spontaneo dove si dice tutto su tutto, dove tutti possono discutere di tutto, un’agora virtuale in cui gli internauti si fanno un'idea su questo o quell’argomento mentre procedono nella loro peregrinazione, nella loro ricerca, ovvero nel loro zapping. L'internauta cattolico non fa eccezione a questa regola. Pur aderendo liberamente alla fede della Chiesa, vuole farsi un'opinione propria, essere il solo giudice di là dove si trova il suo bene. Naviga dunque in rete in funzione dei propri centri d’interesse, del punto a cui è arrivato nella sua ricerca, ed esercita il suo giudizio in funzione del punto a cui è arrivato nella sua fede e nelle sue conoscenze.
Che un fedele, o che ogni uomo, si faccia la sua opinione per conto proprio può far paura a dei pastori come noi. Ci piacerebbe proteggere i più deboli e i più vulnerabili. Ma occorre trovare delle soluzioni diverse dalla censura e dal divieto per tutto questo. La censura è sempre una cattiva risposta, anche quando si fa bella delle migliori intenzioni del mondo. Appare sempre come erratica ed arbitraria, dunque, in fin dei conti, come totalitaria. Orbene, la verità non ha bisogno di noi per imporsi. Il Concilio Vaticano II lo ricorda: «la verità non si impone che per la forza della verità stessa, la quale si diffonde nelle menti soavemente e insieme con vigore» (Dignitatis humanae, 1). Un atto di fede che non fosse un atto libero non avrebbe alcun valore. «La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali, e non per un cieco impulso istintivo o per mera coazione esterna» (Gaudium et spes, 17).
Papa Benedetto XVI, nella sua ultima enciclica, ci invitava a legare «verità» e «amore» nella nostra vita. Non può esserci verità senza amore né amore senza verità. La verità senza amore è fredda e l'amore senza verità è cieco. Prevenire senza censurare, avvisare senza vietare, spiegare piuttosto che imporre, questa deve essere la nostra sollecitudine pastorale per ciò che riguarda ogni sito o blog che si dichiara cattolico o gestito da cattolici. Saremo credibili solamente se manifestiamo la verità nell'amore, la verità dell'amore, l'amore nella verità.
Il mondo s’interessa poco al fatto che la Chiesa sia custode della fede o della propria fede - quale religione non ha la sua istanza regolatrice e non cerca di proteggersi dalle possibili devianze nel suo seno? Il mondo si aspetta dalla Chiesa che viva di una fede rinnovata, si aspetta di vedere l'impatto di una tale fede nella condotta del mondo.