Internet e Comunicazione Cristiana
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Questo mi porta ad affrontare la questione della testimonianza, della testimonianza cristiana, della testimonianza del cristiano, di colui che si è lasciato abitare dallo Spirito di Cristo.
Ecco cosa dice Nietzsche dei martiri nella sua opera L'Anticristo: «Il tono con cui un martire getta in faccia al mondo ciò che egli "considera vero" esprime già un livello così basso di probità intellettuale, una tale ottusa indifferenza nei confronti del problema della verità, che non è mai necessario confutare un martire. […] Si può essere sicuri che su questo punto la modestia, la moderazione aumenta in funzione del grado di coscienza che si applica alle cose dello spirito. […] I martiri hanno fatto torto alla verità… Ancora adesso, è sufficiente una persecuzione un po’ dura per conferire una fama di rispettabilità al più banale dei settarismi». Per Nietzsche, il martirio non è altro che l'espressione di un fanatismo. Ma se non differenzia il fanatico dal vero martire, è proprio perché i veri martiri sono rari. Nietzsche denuncia «Il tono con cui un martire getta in faccia al mondo ciò che egli "considera vero"». Facciamo dunque un’analisi dei siti Internet che si dichiarano «cristiani». Quali possono non dare adito a una simile accusa? Quanti sono dei veri testimoni di Cristo? Quanti possono dirsi esenti da verità sbattute in faccia, esenti da autocompiacimento, dogmatismo, politichese, scorciatoie, accecamenti, e persino da mancanza d’amore, di speranza, della stessa fede?
Il Concilio Vaticano II, quando tratta il tema dell'ateismo, ci invita a fare il nostro esame di coscienza su questo argomento: «Senza dubbio coloro che volontariamente cercano di tenere lontano Dio dal proprio cuore e di evitare i problemi religiosi, non seguendo l'imperativo della loro coscienza, non sono esenti da colpa; tuttavia in questo campo anche i credenti spesso hanno una certa responsabilità» (Gaudium et spes, 19).
Un sito Internet cristiano deve occuparsi del mondo e non tagliarsi fuori dal mondo. Deve evitare il politichese, evitare di essere esso stesso un ideologo che cerca di imporre la propria verità. Un sito deve essere aperto al dialogo e al dibattito, pur mostrando che non transigerà su certi principi che sono accettati da tutti e dovunque. Deve accontentarsi di proporre la verità di Cristo, in maniera ferma, morbida, umile. E se si tratta di rendere conto della speranza che è in noi a quelli che ce ne chiedono ragione (cf. 1 Pt 3, 15), che questo venga fatto «con dolcezza e rispetto», dice San Pietro.
Il falso testimone di Cristo cerca di esasperare, cerca la provocazione. Il vero testimone di Cristo esaspera senza volerlo. Il sito cristiano deve dunque esasperare senza provocare. Se arriva a essere fastidioso, deve esserlo come lo si può essere in noi stessi quando la nostra coscienza ci provoca a tendere al bene ed ad evitare il male. Il sito cristiano ha il dovere di risvegliare le coscienze, puntando sull'attrazione di ogni uomo per la bontà, la verità, la bellezza.
Tendiamo talvolta, nella Chiesa, a separare la Chiesa e il mondo, il sacro e il profano. Questo significa dimenticare che Gesù non compie una tale distinzione, o piuttosto, la distinzione è un’altra, passa dal confine del nostro cuore. «Chi non è contro di noi è per noi», dice ai discepoli che si stupiscono che ci siano dei miracoli fatti da altri (Mc 9, 40). Questo ci invita ad allargare lo spazio della nostra tenda. Sant’Agostino diceva già a proposito della Chiesa: «molti di quelli che sembrano all'esterno sono all’interno e molti che sembrano all’interno sono all'esterno» (De bapt. V, 27), e Padre François Varillon fa ricorso a questa formula lapidaria: «La Chiesa è il mondo nella misura in cui accoglie il dono di Dio».