«Carlo Maria Martini è stato un grande uomo di chiesa, un arcivescovo straordinario, un presule insostituibile, un teologo raffinato. Ma è stato soprattutto un maestro, una guida spirituale per tutti noi, anche per coloro che non avevano il dono della Fede. E ha insegnato a coltivare la speranza, ha dato una risposta a tutti coloro che si rivolgevano a lui come a un padre. Questo è il tratto più significativo dell'esperienza che Martini ha avuto come collaboratore del Corriere della Sera. Ha risposto a tutte le lettere dei lettori, a quelle più scomode per un uomo di Chiesa, nelle quali si parlava dei temi della bioetica, del divorzio, della Fede persa. Ha saputo in qualche modo dare una risposta a tutti, un maestro che ha saputo parlare anche e soprattutto a coloro che non hanno la Fede. Credo che ci mancherà molto perché la nostra è una società orfana dei maestri e lui sapeva trovare le parole per comunicare. Ha comunicato anche quando ha perso la voce, quando è venuto a trovarci alla metà dello scorso giugno per dirci che non poteva più collaborare con il Corriere. Non aveva la voce, non parlava più, c'era soltanto un soffio. E quell'immagine del suo soffio tradotto in parole da Don Damiano mi ha fatto venire in mente l'immagine celebre di Giovanni Paolo II che d'un tratto non riesce più a parlare e batte un pugno, cerca di ribellarsi. Ecco, quel pugno, quel giorno Martini non lo batté sul tavolo della nostra sala Albertini: fece un sorriso e poi ci lasciò. Quella è l'ultima immagine che abbiamo, dolcissima, di una persona che ha segnato il nostro tempo. E' stato un testimone della Fede, ma anche un testimone della nostra civiltà e ci mancherà moltissimo".
IL testo dell'ultima lettera al Corriere: Il 24 giugno 2012 il Cardinale Martini ha abbandonato la rubrica che curava sulle pagine del Corriere. Abbraccio ai lettori, dialogherò con il cuore.
"Desidero iniziare quest'ultima pagina della rubrica, affidatami ormai qualche anno fa, ringraziando tutti coloro che mi hanno scritto in questi anni. Ho ricevuto migliaia di lettere di affetto, di gratitudine, di stimolo, di critica. Chiedo perdono a quelli a cui non sono riuscito a rispondere e a quelli che pur avendo ricevuto un cenno di riscontro lo hanno ritenuto poco o per nulla esaustivo. Ringrazio il direttore del Corriere che mi ha concesso un lungo tempo di dialogo nonostante l'affievolirsi della voce. Ringrazio pure tutti i suoi collaboratori. Un grazie di cuore anche ai miei successori sulla Cattedra di Ambrogio per la pazienza dimostrata, nonostante il mio intervento mensile.
Ora viene il tempo in cui l'età e la malattia mi danno un chiaro segnale che è il momento di ritirarsi maggiormente dalle cose della terra per prepararsi al prossimo avvento del Regno. Assicuro della mia preghiera per tutte le domande rimaste inevase. Possa essere Gesù a rispondere ai quesiti più profondi del cuore di ciascuno".
Da: http://www.corriere.it/cultura/12_agosto_31/cardinale-martini-ultima-lettera_4fa6872e-f369-11e1-a75f-a4fc24328613.shtml