Venerdì, Marzo 24, 2023
Elisabetta II sottolinea il contributo cristiano alla pace nel mondo
E si dice lieta per l'opportunità di approfondire i rapporti tra anglicani e cattolici
EDIMBURGO, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- La Regina Elisabetta ha dato questo giovedì il benvenuto a Benedetto XVI nel Regno Unito ponendo l'accento sulla comune eredità cristiana e le condivise preoccupazioni globali...
La Regina e il Pontefice hanno avuto inizialmente un incontro privato, al termine del quale si sono recati insieme nel grande gazebo allestito nel parco sul retro del palazzo, dove hanno pronunciato i loro discorsi di fronte alle quattrocento autorità invitate, tra le quali anche rappresentanti del Parlamento scozzese.
Presenti, tra gli altri, il Primate anglicano Rowan Williams, il Vicepremier britannico, Nick Clegg e il Primo Ministro della Scozia, Alex Salmond.
Nel suo indirizzo di saluto, la Regina Elisabetta ha detto al Santo Padre: “la sua presenza qui oggi ci ricorda la nostra eredità comune e il contributo cristiano all'incoraggiamento della pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi del mondo”.
“In questo Paese – ha aggiunto – apprezziamo profondamente l'impegno della Santa Sede per migliorare in maniera straordinaria la situazione nell'Irlanda del Nord”.
“La Santa Sede – ha osservato ancora – continua a svolgere un ruolo importante nelle questioni internazionali, a sostegno della pace e dello sviluppo, e nell'affrontare problemi comuni quali povertà e cambiamento climatico”.
La Regina Elisabetta II ha quindi riconosciuto l'“apporto speciale” della Chiesa, in particolare, “grazie al suo ministero per i poveri e per i più deboli della società, alla sua sollecitudine per i senzatetto e all'educazione che offre attraverso la sua ampia rete di scuole”.
Ha poi evidenziato “il rapporto fra le differenti fedi” come “un fattore fondamentale nella cooperazione necessaria negli stati nazione e fra di loro”.
“Sono lieta per il fatto che la sua visita sarà anche un'opportunità per approfondire il rapporto fra la Chiesa cattolica romana, la Chiesa di Inghilterra e la Chiesa di Scozia”, ha detto la Regina sottolineando che “è di vitale importanza incoraggiare una comprensione reciproca e rispettosa”.
Il Papa esorta la Gran Bretagna a una leadership globale per il bene comune
Inizia la sua visita di Stato nel Regno Unito
EDIMBURGO, giovedì, 16 settembre 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha iniziato questo giovedì la sua visita di quattro giorni nel Regno Unito. In un incontro con le autorità statali, ha affermato il ruolo britannico di leadership nella storia, sottolineando anche le radici cristiane del Paese.
Il Papa è arrivato all'aeroporto di Edimburgo, dov'è stato salutato, tra gli altri, dal Principe Filippo, Duce di Edimburgo, dall'Arcivescovo Faustino Sainz Muñoz, Nunzio Apostolico in Gran Bretagna, e da Alex Salmond, Primo Ministro scozzese.
E' la prima visita ufficiale di Stato di un Papa nel Regno Unito, e avviene su invito della Regina Elisabetta II. L'ultima visita papale aveva avuto luogo nel 1982, con Giovanni Paolo II.
Al Palazzo di Holyroodhouse ha avuto luogo una cerimonia di benvenuto al Pontefice, che è stato accolto dalla Regina, con la quale ha avuto anche un incontro privato.
In seguito, nel parco del Palazzo, il Santo Padre si è rivolto ai leader politici, civili ed ecclesiastici della Scozia.
Nel discorso che ha pronunciato, il Papa ha sottolineato le “profonde radici cristiane che sono tuttora presenti in ogni strato della vita britannica”.
“Il rispetto dei vostri antenati per la verità e la giustizia, per la clemenza e la carità giungono a voi da una fede che rimane una forza potente per il bene nel vostro regno, con grande beneficio parimenti di cristiani e non cristiani”, ha aggiunto.
“Lungo tutta la storia della Gran Bretagna”, ha spiegato, “troviamo molti esempi di questa forza”.
“Attraverso figure come William Wilberforce e David Livingstone, la Gran Bretagna è direttamente intervenuta per fermare la tratta internazionale degli schiavi”.
“Ispirate dalla fede, donne come Florence Nightingale servirono i poveri e i malati, ponendo nuovi standard nell’assistenza sanitaria che successivamente vennero copiati ovunque”.
Il Papa ha anche ricordato il Cardinale John Henry Newman, che beatificherà durante questo viaggio, definendolo “uno dei molti cristiani britannici della propria epoca la cui bontà, eloquenza ed azione furono un onore per i propri concittadini e concittadine”.
Lotta alla tirannia
Benedetto XVI ha quindi ricordato “come la Gran Bretagna e i suoi capi si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti
la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere”.
“Desidero, inoltre, ricordare l’atteggiamento del regime verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verità nell’amore; si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione”, ha segnalato.
Allo stesso modo, ha indicato come la Gran Bretagna abbia giocato “un ruolo essenziale nel forgiarsi del consenso internazionale del dopoguerra, il che favorì la fondazione delle Nazioni Unite e diede inizio ad un periodo di pace e di prosperità in Europa, sino a quel momento sconosciuto”.
“Negli anni più recenti la comunità internazionale ha seguito da vicino gli eventi nell’Irlanda del Nord, i quali hanno condotto alla firma dell’Accordo del Venerdì Santo ed alla devoluzione di poteri all’Assemblea dell’Irlanda del Nord”.
Il Regno Unito, ha proseguito il Papa, è una figura chiave a livello politico ed economico su scala internazionale.
“Allo stesso modo, poiché le loro opinioni raggiungono un così vasto uditorio, i media britannici hanno una responsabilità più grave di altri ed una opportunità più ampia per promuovere la pace delle Nazioni, lo sviluppo integrale dei popoli e la diffusione di autentici diritti umani”.
In questo contesto, ha esortato le autorità a non lasciar “oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà”.
“Possa quel patrimonio, che ha sempre servito bene la Nazione, plasmare costantemente l’esempio del Suo governo e del Suo popolo nei confronti dei due miliardi di membri del Commonwealth, come pure della grande famiglia di nazioni anglofone in tutto il mondo”, ha auspicato.
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