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Così San Francesco inventò il presepe |
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In questi giorni, il presepe è presente in milioni e milioni di famiglie in tutto il mondo, non solo cattoliche. Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici in uno specifico fatto storico della vita di San Francesco. Fu lui, il poverello d’Assisi, a dar vita per la prima volta a un presepe, e lo fece a Greccio, in Umbria, il 25 dicembre 1223...
di Renzo Allegri
ROMA, lunedì, 21 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Il simbolo più popolare del Natale è il presepe, cioè quella rappresentazione visiva di quanto si legge nel Vangelo di San Luca al capitolo secondo: la nascita di Gesù che “viene adagiato in una mangiatoia perché non vi era posto per loro nell’albergo”, ma gli angeli trasformano la notte in una festa meravigliosa, invitando i pastori a rendere omaggio a quel bambino.
In questi giorni, il presepe è presente in milioni e milioni di famiglie in tutto il mondo, non solo cattoliche. Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici in uno specifico fatto storico della vita di San Francesco. Fu lui, il poverello d’Assisi, a dar vita per la prima volta a un presepe, e lo fece a Greccio, in Umbria, il 25 dicembre 1223.
Ne abbiamo parlato con un frate francescano, che si chiama Padre Francesco Rossi e che per vent’anni è vissuto a Greccio, addetto ad accompagnare i pellegrini sul luogo dove avvenne il primo presepe e spiegare loro la storia e quali significati profondi volle dare ad essa il Santo di Assisi.
"Nel 1220", ci ha detto Padre Rossi "Francesco era riuscito a realizzare un grande desiderio, andare a visitare i luoghi della vita terrena di Gesù. Fu anche a Betlemme e si fermò a lungo a pregare e meditare sul luogo dove il Salvatore nacque. Tornato in Italia, continuava a ripensare a quel viaggio. E la sua mente era affascinata soprattutto dall’evento della nascita di Gesù. Dio che si fa uomo. Dio che diventa bambino, umile, fragile, indigente. Francesco si commuoveva fino a piangere facendo queste considerazioni. E nel Natale del 1223, decise di organizzare una 'rappresentazione viva' della nascita di Gesù, convinto che, potendo 'vedere' con i suoi occhi, avrebbe avuto modo di comprendere ancora più a fondo.
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